Capelli: castani. Occhi: marroni. Segni particolari: alto
Q.I. e mente iper-attiva. È qui con noi Sara Morroni,
classe 1992. Una ragazza eclettica e ben rappresentata dai numeri: cento e lode alla maturità presso il Liceo
Scientifico Casimiri e ora studentessa di Medicina e
Chirurgia al secondo anno all'Università degli Studi di
Perugia con una media intorno al trenta.
Entrare a Medicina è difficile ma non impossibile, tu
sei la prova di come impegno e tenacia possano
prevalere su tutto. Facciamo un salto nel passato e torniamo indietro di un anno e mezzo. 5 settembre 2011, test di ammissione a Medicina e Chirurgia.
Si, eravamo in 1200 ed io sono arrivata centodiciannovesima riuscendo ad entrare nei centocinquanta posti riservati a Perugia. Durante l'estate mi ero concentrata particolarmente su fisica, matematica e chimica. Al momento del test ero abbastanza tranquilla anche se sapevo che entrare sarebbe stata alquanto dura visto che c'erano dei candidati che si preparavano da anni. Quando sono usciti i risultati ero insieme a mia mamma, che sorpresa essere in graduatoria.
Hai da sempre voluto fare Medicina?
L'idea mi ha sempre entusiasmata ma sarei ipocrita se non dicessi che ho tenuto sempre in considerazione l'eventualità di fare matematica e fisica visto che in quinto superiore mi sono appassionata ancor di più a queste materie. Il giorno dopo la pubblicazione dei risultati del test sarei dovuta andare a Pisa ma poi ho visto che ero entrata.
L'anno scorso sei riuscita a dare tutti gli esami(cinque) e a portarti a casa due trenta e lode e un trenta. Quest'anno come procede lo studio?
Lo studio procede bene, da poco ho iniziato anche l'attività di tirocinio presso l'Azienda Ospedaliera di Perugia. Nei periodi di lezione studio tre ore al giorno mentre quando incombono gli esami sto sui libri anche otto ore. Fortunatamente condivido lo studio "matto e disperato" con
Serena Pennoni che è di Gualdo come me.
Numero chiuso o numero aperto? Tante polemiche e caos intorno a questa decisione.
Come ogni cosa il numero chiuso ha i suoi pro e i suoi contro. Gli aspetti negativi sono dati dal fatto che rischi di perdere persone veramente valide. Vengono infranti i sogni di ragazzi che desideravano di fare i medici da sempre. D'altro canto il test serve per selezionare i tanti candidati anche se ritengo che la scrematura andrebbe fatta successivamente. Prima fai iscrivere tutti e poi a secondo della media e dagli esami dati scegli coloro che meritano veramente. Mi rendo conto che questo è impossibile visto che in Italia non ci sono le strutture adatte e mille alunni che frequentano un corso è veramente impensabile.
Cosa ne pensi di coloro che studiano all'estero perché in Italia c'è il numero chiuso?
Quelli sono coloro che hanno un sogno, ci credono veramente e sono disposti ad abbandonare i comfort di casa per coronarlo. È una scelta che va assolutamente rispettata. Dei 1200 scritti quanti vogliono diventare veramente medici? Molti di loro lo fanno solo per mettersi alla prova, una sorta di sfida con se stessi. Tanti non si rendono conto che la vera impresa è studiare per dieci anni senza perdersi mai di morale davanti a esami impossibili.
La tua facoltà richiede determinazione e una certa forza d'animo. Non hai mai paura di incagliarti su qualche esame e mollare tutto?
L'anno scorso quando incontravo i ragazzi del quinto e sesto anno mi dicevano scherzando "fuggi
finché puoi". In parte avevano ragione, gli esami sono cospicui e con carichi veramente pesanti però le soddisfazioni sono sempre tante e ben ripagate. Non esistono "giovedì universitari", si fa tutto in vista del futuro, i sacrifici sono meno duri se poi il risultato ti porta a ciò che hai sempre desiderato.
Giochi pure a basket con la Salus Gualdo. Dopo dieci giornate hai realizzato ottanta punti. Non ti fermi mai vero?
Gioco a basket da quando avevo sei anni e nonostante gli impegni universitari riesco ad allenarmi almeno due volte a settimana. Quest'anno siamo riuscite a raggiungere con largo anticipo salvezza e play-off. Giocare mi rilassa e mi aiuta a scaricare lo stress accumulato in settimana.
Sara e Gualdo tra dieci anni, sarà qui il tuo futuro?
Bella domanda! Mi mancano quattro anni per laurearmi e poi devo fare la specialistica che molto
probabilmente non svolgerò a Perugia. Che dirti? Mi piacerebbe visitare posti nuovi ma non mi
dispiacerebbe aprire uno studio a Gualdo. In tal caso c'è solo un problema: i miei amici esigeranno visite gratis? :-)
Fonte: il Nuovo Serrasanta.
Q.I. e mente iper-attiva. È qui con noi Sara Morroni,
classe 1992. Una ragazza eclettica e ben rappresentata dai numeri: cento e lode alla maturità presso il Liceo
Scientifico Casimiri e ora studentessa di Medicina e
Chirurgia al secondo anno all'Università degli Studi di
Perugia con una media intorno al trenta.
Entrare a Medicina è difficile ma non impossibile, tu
sei la prova di come impegno e tenacia possano
prevalere su tutto. Facciamo un salto nel passato e torniamo indietro di un anno e mezzo. 5 settembre 2011, test di ammissione a Medicina e Chirurgia.
Si, eravamo in 1200 ed io sono arrivata centodiciannovesima riuscendo ad entrare nei centocinquanta posti riservati a Perugia. Durante l'estate mi ero concentrata particolarmente su fisica, matematica e chimica. Al momento del test ero abbastanza tranquilla anche se sapevo che entrare sarebbe stata alquanto dura visto che c'erano dei candidati che si preparavano da anni. Quando sono usciti i risultati ero insieme a mia mamma, che sorpresa essere in graduatoria.
Hai da sempre voluto fare Medicina?
L'idea mi ha sempre entusiasmata ma sarei ipocrita se non dicessi che ho tenuto sempre in considerazione l'eventualità di fare matematica e fisica visto che in quinto superiore mi sono appassionata ancor di più a queste materie. Il giorno dopo la pubblicazione dei risultati del test sarei dovuta andare a Pisa ma poi ho visto che ero entrata.
L'anno scorso sei riuscita a dare tutti gli esami(cinque) e a portarti a casa due trenta e lode e un trenta. Quest'anno come procede lo studio?
Lo studio procede bene, da poco ho iniziato anche l'attività di tirocinio presso l'Azienda Ospedaliera di Perugia. Nei periodi di lezione studio tre ore al giorno mentre quando incombono gli esami sto sui libri anche otto ore. Fortunatamente condivido lo studio "matto e disperato" con
Serena Pennoni che è di Gualdo come me.
Numero chiuso o numero aperto? Tante polemiche e caos intorno a questa decisione.
Come ogni cosa il numero chiuso ha i suoi pro e i suoi contro. Gli aspetti negativi sono dati dal fatto che rischi di perdere persone veramente valide. Vengono infranti i sogni di ragazzi che desideravano di fare i medici da sempre. D'altro canto il test serve per selezionare i tanti candidati anche se ritengo che la scrematura andrebbe fatta successivamente. Prima fai iscrivere tutti e poi a secondo della media e dagli esami dati scegli coloro che meritano veramente. Mi rendo conto che questo è impossibile visto che in Italia non ci sono le strutture adatte e mille alunni che frequentano un corso è veramente impensabile.
Cosa ne pensi di coloro che studiano all'estero perché in Italia c'è il numero chiuso?
Quelli sono coloro che hanno un sogno, ci credono veramente e sono disposti ad abbandonare i comfort di casa per coronarlo. È una scelta che va assolutamente rispettata. Dei 1200 scritti quanti vogliono diventare veramente medici? Molti di loro lo fanno solo per mettersi alla prova, una sorta di sfida con se stessi. Tanti non si rendono conto che la vera impresa è studiare per dieci anni senza perdersi mai di morale davanti a esami impossibili.
La tua facoltà richiede determinazione e una certa forza d'animo. Non hai mai paura di incagliarti su qualche esame e mollare tutto?
L'anno scorso quando incontravo i ragazzi del quinto e sesto anno mi dicevano scherzando "fuggi
finché puoi". In parte avevano ragione, gli esami sono cospicui e con carichi veramente pesanti però le soddisfazioni sono sempre tante e ben ripagate. Non esistono "giovedì universitari", si fa tutto in vista del futuro, i sacrifici sono meno duri se poi il risultato ti porta a ciò che hai sempre desiderato.
Giochi pure a basket con la Salus Gualdo. Dopo dieci giornate hai realizzato ottanta punti. Non ti fermi mai vero?
Gioco a basket da quando avevo sei anni e nonostante gli impegni universitari riesco ad allenarmi almeno due volte a settimana. Quest'anno siamo riuscite a raggiungere con largo anticipo salvezza e play-off. Giocare mi rilassa e mi aiuta a scaricare lo stress accumulato in settimana.
Sara e Gualdo tra dieci anni, sarà qui il tuo futuro?
Bella domanda! Mi mancano quattro anni per laurearmi e poi devo fare la specialistica che molto
probabilmente non svolgerò a Perugia. Che dirti? Mi piacerebbe visitare posti nuovi ma non mi
dispiacerebbe aprire uno studio a Gualdo. In tal caso c'è solo un problema: i miei amici esigeranno visite gratis? :-)
Fonte: il Nuovo Serrasanta.